TERREMOTI, “TUTELARE L’EDILIZIA SICILIANA”

spampinato_foti_grasso_arcidiacono_cascone_grassi_2CATANIA – Quella scossa che nella notte di Santa Lucia del 1990 fece tremare la Sicilia orientale, e che la maggior parte della gente ancora lucidamente ricorda, fu solo un «terremotino» rispetto a quello storico del 1693: il sisma, si sa, è un fenomeno che non è possibile prevedere ma di certo è alla portata dell’uomo prevenirlo. Come? L’Ordine degli Ingegneri di Catania – presieduto da Carmelo Maria Grasso – ha elaborato una fattibile pianificazione antisismica, presentata durante il convegno che si è svolto ieri e oggi al President Park Hotel di Acicastello. Una proposta concreta destinata a raggiungere i tavoli dell’Amministrazione regionale per salvaguardare il patrimonio edilizio siciliano a rischio e i 4 milioni di persone che lo abitano. LA PROPOSTA. Il documento – redatto e illustrato dal consigliere dell’Ordine e delegato Commissione Urbanistica Giuseppe Platania – si fonda sulla considerazione che «sono i privati gli unici possibili fautori dell’urgente e radicale messa in sicurezza degli edifici – ha affermato Grasso –

gli enti pubblici infatti non sono in grado di sostenere un tale sforzo economico, ma dal canto loro possono di certo agevolare le imprese in questo fondamentale investimento, che include anche una completa riqualificazione urbana e ambientale, dal punto di vista della qualità architettonica e dell’efficienza energetica». In termini pratici si chiede al legislatore siciliano «una legge efficace, efficiente e snella che recepisca il testo unico sull’edilizia (D.P.R. 380/2011 con successive modifiche e integrazioni) per allineare la Regione Siciliana al resto dell’Italia; che istituisca e renda obbligatorio il “libretto del fabbricato” per garantire il monitoraggio e la manutenzione periodica e programmata sugli edifici, e soprattutto che modifichi l’attuale del Piano Casa, attuato con la legge regionale del 23/03/2010 n.6, ma che non ha prodotto i risultati previsti» conclude il presidente dell’Ordine.

Questi i punti da modificare per la riqualificazione della città esistente secondo gli Ingegneri: modifica dei termini di scadenza; revisione dei bonus volumetrici; modifica della sagoma; delocalizzazione in aree diverse; deroga altezza e distanze; ammissione condizionata degli edifici oggetto di condono edilizio; recupero dei sottotetti nei centri storici; ampliamento e sostituzione edilizia nei centri storici; eliminazione della possibilità per i Comuni di limitare o escludere gli interventi. Di ogni punto l’Ordine ne ha analizzato i dettagli e redatto le linee guida, prendendo esempio dalle regioni italiane in cui il Piano Casa si è rivelato un reale volano di rilancio, come Veneto e Sardegna.

Il convegno – dal titolo “La salvaguardia del patrimonio edilizio dal rischio sismico: criticità e prospettive” – è stato organizzato dall’Ordine etneo in collaborazione con la sua Fondazione e col Dipartimento di Ingegneria civile e ambientale (Dica) dell’Università di Catania. Numerose infatti le autorità e gli studiosi che sono intervenuti: il presidente della Fondazione Ingegneri Santi Maria Cascone che ha sottolineato come «il rischio sismico è soprattutto un problema sociale e non tecnico»; il direttore del Dica e docente di Idraulica Enrico Foti il quale ha parlato di prevenzione come «l’“affare” più conveniente per la tutela di tutto e tutti»; il dirigente del Dipartimento regionale della Protezione civile (sezione Catania) Giovanni Spampinato che ha ricordato anche «l’importanza dei giusti comportamenti da adottare e diffondere alla popolazione»; il consigliere dell’Ordine e delegato Commissione Protezione civile Alfio Grassi, che ha tracciato il quadro del rischio sismico nel territorio catanese; il consigliere dell’Ordine e componente del gruppo di lavoro del Consiglio Nazionale Ingegneri per la revisione della norme tecniche Luigi Bosco. Presenti anche il vice presidente dell’Ordine e il presidente della Fondazione etnei degli Architetti Giuseppe Scannella e Carlotta Reitano, il vicepresidente dell’Ordine regionale dei Geologi Carlo Cassaniti. Per il mondo accademico etneo sono intervenuti i massimi studiosi del settore: l’ordinario di Urbanistica Paolo La Greca e quello di Geotecnica Michele Maugeri, gli associati di Scienza e Tecnica delle Costruzioni, rispettivamente Ivo Caliò e Pier Paolo Rossi.

Presenti anche rappresentanti delle amministrazioni locali e regionali e delle forze politiche. Durante la giornata di venerdì 8 è intervenuto al tavolo dei relatori il vicesindaco di Catania Luigi Arcidiacono il quale ha sottolineato la difficoltà di intervenire politicamente e giuridicamente sul pregresso, soprattutto per i centri storici, delineando piuttosto per il futuro la possibilità di usufruire di nuovi e più indicati strumenti amministrativi. Nella giornata di sabato 9 hanno preso la parola i deputati regionali Nino D’Asero, Marco Forzese e Guglielmo Scammacca della Bruca, i quali hanno ascoltato con interesse la proposta degli Ingegneri catanesi.

 

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